Sull’identità dalla Gioconda sarebbe opportuno valutare con attenzione quanto scrisse nel 1957 Carlo Pedretti in “Storia della Gioconda”, Geneve, 1957 pp. 132/139. Per quanto riguarda il paessaggio alle spalle, io penso che si tratti di un disegno unitario dove al centro è posto il soggetto. Si tratta della rappresentazione del fiume Arno nel tratto che va dall’antico ponte di Signa (documentato con un rielievo del 1596 e distrutto nel 1944) fino al suo sbocco nel mar Tirreno. Questo percorso a destra guardando il dipinto arriva fino alla curca a sinistra e in lontananza sono i monti pisani e il mare. Sulla sinistra invece il percorso continua con la “esse” rovesciata della stretta della Golfolina (luogo ampiamente studiato e propaggine del Montalbano) e evidenzia nel dipinto a picco sul fiume
questo monolite per poi entrare nelle gole del pelago. Da lì esce per dilungarsi nella pianura che porta fio a Pisa e al mare.
Ancora oggi su google earth si può rendersi conto meglio di questo percorso. La Gioconda di conseguenza avrebbe lo sguardo orientato verso la città di Firenze che dista pochi chilometri da Signa. Il suo sorriso enigmatico è probabilmente un messaggio alla città.
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Di: Boreno Borsari
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