Vasari descrive, senza averlo visto, il ritratto di Lisa Gherardini, nobile fiorentina sposata con Francesco del Giocondo. Ma la Gioconda non può essere il ritratto di Lisa: le leggi suntuarie imponevano alle donne nobili sposate di tenere il petto velato e i capelli raccolti da una cuffia. La iconografia della modella riporta alle cortigiane di ambito lombardo veneto, come si evince dallo scialle giallo. Più credibile sia il ritratto dell’ultima amante del Moro, Lucrezia Crivelli, appellata come “Gioconda” nel decreto con il quale le viene donato un feudo. Peraltro il Lomazzo parla di due distinti dipinti: Uno di Monna Lisa e l’altro della Gioconda. V. in proposito lo studio di Elfriede Knauer in Raccolta Vinciana, Milano 2009.
↧